Esce oggi per Einaudi, il risultato di un lavoro durato più di nove anni; che tra le stanze del CDEC e i salotti degli intervistati ha preso progressivamente le forme di un contributo fondamentale e originale per gli studi della vicenda ebraica nell’Italia contemporanea.
Nelle stanze del CDEC, sotto la direzione di Liliana Picciotto, la ricerca ha avuto come protagonista anche Chiara Ferrarotti che purtroppo adesso non è con noi a festeggiare l’uscita del libro.
Nel mio piccolo, l’assistenza informatica alla ricerca, ne rendo conto con la breve nota seguente.
Il data base
Quando abbiamo iniziato la ricerca eravamo consapevoli che avremmo indagato una realtà complessa e, per buona parte, inesplorata dove avremmo raccolto informazioni molto varie e difficilmente classificabili a priori. Ma volevamo, non solo raccontare delle storie, ma anche quantificare episodi, percorsi, caratteristiche della rete in cui hanno operato le persone, in modo di poter restituire un’immagine particolareggiata del campione e dei fatti oggetto della ricerca.
Due le strategie che abbiamo usato per costruire una struttura dei dati idonea al progetto:
- la massima disaggregazione delle informazioni, ma con il vincolo di rendere il meno laborioso possibile il lavoro di chi avrebbe dovuto immetterle;
- avere una struttura aperta e modificabile nel tempo che permettesse, da un lato, di evitare l’immissione di refusi o dati ambigui (ad esempio contadino e contadina) e dall’altro di inserire le informazioni così come erano nella realtà permettendo però di riclassificare i cluster archiviati via via che crescevano le conoscenze del fenomeno.
Per realizzare l’obiettivo abbiamo creato un database relazionale che si sviluppa intorno a due nodi:
- le persone (i loro dati anagrafici);
- gli eventi in cui furono coinvolte.
Si è voluto scegliere questa strada per rimanere vincolati alla realtà del fenomeno e capire quale rete di persone si è mossa a favore dei perseguitati e cosa ha materialmente fatto per assicurarne la salvezza.
Intorno a queste due informazioni sono state collegate varie specifiche, i reciproci ruoli negli eventi (soccorritore, soccorso, …), le informazioni aggiuntive circa i cambi di residenza nel corso della loro fuga, le professioni, le relazioni familiari e sociali e le collocazioni sociali.
Si è voluta una tabella, che abbiamo chiamato “modalità della salvezza”, per classificare ogni evento secondo un criterio non stabilito a priori, ma aggiunto via via che le storie venivano raccolte (rifugio presso case private, fornitura di documenti falsi, … ), lasciando alla realtà lo spazio di descriversi in tutta la sua varietà e permettendo a noi di trovare dei criteri per quantificarla.
Si è poi creato un contenitore: “la rilevazione”, dove si sono raccolte le testimonianze, che contiene un breve abstract e si collega alle fonti da cui si è tratta, alla successione degli eventi, ai protagonisti.
Il data base così allestito permette di elencare e quantificare le età, le residenze e le occupazioni dei perseguitati, i tipi di aiuto loro prestati, i luoghi e gli enti dove hanno trovato rifugio, le relazioni familiari e sociali fra soccorritori e soccorsi, la geografia e la cronologia delle fughe fra città e campagna o verso la Svizzera e le zone liberate, quanti atti di aiuto sono stati compiuti per la salvezza di ognuno.
Si è potuto così estrarre alcuni dati quantitativi da una ricerca qualitativa, con tutti i limiti dovuti alla soggettività dei ricordi che negli anni si sono sfumati, sovrapposti, sono stati reinterpretati: date approssimate, luoghi definiti con la nomenclatura di quegli anni e che adesso non esistono più, oppure indicati in modo generico, come le suore del convento dell’Alberone a Roma che non siamo riuscite ad individuare.
Il database che ne è risultato è sviluppato con MS Access e consta di 44 tabelle in cui sono contenute le informazioni ed in 5 tabelle di servizio per la loro gestione.
Le rilevazioni registrate finora sono 2.777, coinvolgono 6.833 soccorritori e 9.699 salvi che hanno agito compiendo 11.323 atti.
Il tutto è gestibile da Web in modo di permetterne l’aggiornamento da remoto e la produzione di statistiche costantemente aggiornate per controllare il lavoro ed averne una visione d’insieme in ogni momento.
PARTE ANAGRAFICA
Nome e cognome.
I soccorritori, ed una parte dei salvi spesso sono rimasti anonimi e vengono indicati con riferimenti alla parentela, alla professione o alle circostanze in cui hanno agito. Per inserirli si è adottata la convenzione di indicarli con le scritture: “(nome sconosciuto)” e/o “(cognome sconosciuto)” aggiungendo al cognome le informazioni utili per raggiungerli più facilmente, ad esempio: “(nome sconosciuto) (cognome sconosciuto) – Cameriera Albergo Torre Pellice”.
Cognome del coniuge
In caso che i soccorritori abbiano agito in coppia, il cognome di nascita della moglie è stato difficile da determinare e non sempre ci siamo riusciti, anche per i salvi in alcune delle ricostruzioni basate su libri di memoria le coppie vengono indicate con il solo cognome del marito. In tutti questi casi si è usata la regola di scrivere: “cognome sconosciuto – coniugata …”.
La data di nascita.
La data di nascita è espressa attraverso tre numeri in modo di poter facilmente ricavare l’anno ed il mese e registrare date incomplete. Le date dei salvi sono state confrontate con quelle del censimento speciale degli ebrei del 1938, aggiornato nel 1942, realizzato dal Ministero dell’Interno dell’epoca, a scopo di controllo e di persecuzione. Per gli ebrei stranieri si è controllato il dato confrontandolo con il database “Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico” di Anna Pizzuti e con i due file fornitici circa l’anagrafe delle persone accolte alle frontiere svizzere Ticinese e Grigioni.
La data di nascita dei soccorritori tranne casi particolari è sconosciuta..
Il luogo di nascita.
Si è indicato il luogo e la provincia di nascita. Per facilitare le ricerche, se si tratta di un luogo italiano, si è indicata anche la provincia attuale.
Si è poi aggiunta una tabella collegata dove sono elencate le province attuali e quelle del ’43, le circoscrizioni che facevano capo alle comunità ebraiche, il numero di ebrei e di deportati per ogni circoscrizione e la regione di appartenenza.
Nomi e cognomi dei parenti
Le relazioni di parentela trovano posto in una tabella collegata dove sono registrati gli identificativi della persona, del parente e la loro relazione di parentela. Fra i familiari si sono indicati solo quelli coinvolti nella storia. Nella stessa tabella talvolta sono state anche indicate le relazioni sociali (amico, collega, …).
Sesso
Religione
Ci si è limitati alla dizione: “ebreo”, “non ebreo” in modo di poter identificare gli ebrei che hanno contribuito alla salvezza di altri perseguitati.
Professione/occupazione
Le professioni sono state immesse senza alcuna standardizzazione, si è provveduto a posteriori a costruire una tabella di riclassificazione.
Residenza
Nel periodo fra il ’43 ed il ’45 molte persone hanno cambiato più volte residenza a causa dei bombardamenti nelle grandi città o per vari altri motivi dovuti alla guerra in corso. Quindi per registrare il dato si è ricorso ad una tabella collegata, dove hanno trovato classificazione come “residenza abituale”, “residenza di sfollamento”, “residenza d’internamento”, “residenza momentanea” e indicando il periodo in cui le persone vi risiedevano. In questo modo si è potuto classificarle e raggiungere uno standard. E’ stato possibile così vedere per ognuno quali cambi di residenza ha fatto nel tempo. Inoltre, attraverso la provincia, si è potuto rapportarle alla tabella in cui ci sono i dati sulle circoscrizioni ebraiche e con il numero di vittime.
Collocazione sociale
Un’altra tabella collegata è servita per approfondire le informazioni sulle professioni e specificare la collocazione sociale. La tabella comprende il ruolo, l’ente in cui viene esercitato, il luogo e la provincia. (ad esempio “Primario della Clinica psichiatrica di San Maurizio Canavese Torino”). Questo ha permesso di ricavare l’elenco degli enti in cui sono stati attivi i soccorritori. Le collocazioni sociali dubbie o incomplete sono state verificate, per quanto possibile, durante una lunga e complessa ricerca su Internet.
Gli atti
Ogni atto verso la salvezza è registrato tramite una breve descrizione, la data ed il luogo dove è stato commesso, viene poi collegato agli attori coinvolti, ai loro ruoli, ad una tipologia fra quelle disponibili nella tabella “modalità della salvezza” ed alla storia in cui è stato raccontato.
Il conteggio del rapporto fra atti e soggetti coinvolti è un punto focale della ricerca e della produzione dei report che restituiscono alcuni dati quantitativi. Questo rapporto può essere molto vario, succede che una sola persona abbia partecipato ad un solo atto dove ha incontrato uno o più soccorritori, mentre, nella maggior parte dei casi, più soccorritori e soccorsi sono coinvolti in un solo atto. Succede ancora che le stesse persone abbiano partecipato diverse volte ad atti che hanno la stessa modalità, come ad esempio nel caso dei Di Porto che hanno affannosamente cercato la salvezza a più riprese in molti conventi romani, oppure i Goldman che poterono contare su una vasta e diversificata rete di aiuti materiali e morali durante la loro fuga da St. Martin Vesube fino a trovare accoglienza e vari sostegni fra Firenze e, successivamente, Treviso, o gli Agiman che ebbero vari aiuti materiali e morali, ospitalità in case private ed una di loro riuscì a cambiare identità e fuggire, .
Tabella 1 – Esempio di conteggio delle modalità di salvezza
Nome | Modalità della salvezza | Conteggio atti |
Sergio Di Porto | Rifugio presso conventi e case religiose | 12 |
Bruno Di Porto | Rifugio presso conventi e case religiose | 10 |
Harry Goldman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 12 |
Louis Goldman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 11 |
Dora Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 3 |
Fortuny (Fortunata) Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 3 |
Giacomo Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 3 |
Isacco Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 3 |
Luna Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 3 |
Mosé Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 3 |
Roberto Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 2 |
Ventura Agiman | Rifugio presso case private | 3 |
Ventura Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 2 |
Ventura Agiman | Fuga e cambio identità residenza | 2 |
Vittorio Agiman | Ricevimento di soccorso materiale o morale | 3 |
Le storie
Vengono immesse e gestite tramite pagine web che permettono le seguenti funzioni:
- creare una rilevazione che può corrispondere ad un’intervista o alla schedatura di un libro o altro;
- inserire un breve descrizione della vicenda;
- scegliere i record anagrafici delle persone coinvolte fra gli esistenti o crearne di nuovi (aggiungendo, se esistono, parentele, residenze e collocazioni sociali);
- indicare fra i selezionati, il testimone intervistato oppure, nel caso di libri o documenti, il capofila della storia;
- scegliere la fonte delle notizie raccolte fra le esistenti o inserirne una nuova (intervista, testimonianza scritta, libro di memorie, altro);
- selezionare il tipo di ricostruzione (intervista diretta, ricostruzione da libri, …);
- quando si tratta di registrare fatti da libri o documenti è possibile inserire o scegliere fra quelli esistenti i dati bibliografici o del fondo da cui sono tratte le notizie, oppure crearne di nuovi;
Al termine di questa prima fase si salvano le informazioni ed in automatico vengono registrate la data d’immissione ed il nominativo di chi ha creato la rilevazione.
Una volta creata la rilevazione si torna alla stessa scheda dove si prosegue il lavoro:
- si creano gli atti che hanno concorso alla salvezza inserendone una breve descrizione;
- Per ogni atto:
- si seleziona una fra modalità di salvezza già archiviate o se ne crea una nuova,
- si inserisce il luogo e l’intervallo di date in cui è avvenuto l’atto;
- si collegano le persone coinvolte indicandole fra quelle scelte precedentemente,
- per ognuna si inserisce il ruolo avuto nell’azione (soccorritore, soccorso, ha avvisato del pericolo, …).
In ogni fase si può tornare all’anagrafica, correggere i dati o integrarli aggiungendo o modificando le residenze, le parentele, le collocazioni sociali e le professioni.
Tutti i dati vengono immessi e modificati tramite pagine web dedicate. L’home page del sito permette di controllare in corso d’opera lo stato dell’arte e tutte le statistiche che ne derivano.